Apnee notturne e obesità: come la chirurgia elimina la CPAP

Nov 7, 2025 | Chirurgia Bariatrica, Disturbi del sonno

L’apnea ostruttiva del sonno colpisce fino al 90% delle persone con obesità grave. Si tratta di un disturbo respiratorio notturno che causa interruzioni del respiro durante il sonno, con conseguenze potenzialmente letali per il sistema cardiovascolare. La buona notizia è che la chirurgia bariatrica risolve le apnee notturne nell’85% dei casi, permettendo al 98% dei pazienti di abbandonare definitivamente la maschera CPAP entro il primo anno dall’intervento.

Quando il peso corporeo raggiunge livelli elevati, il grasso si accumula non solo intorno all’addome, ma anche nel collo e nelle strutture della gola. Questo deposito adiposo restringe le vie aeree superiori e, durante il sonno, quando i muscoli si rilassano naturalmente, provoca il collasso completo o parziale del passaggio dell’aria. Il cervello, privato dell’ossigeno, innesca continui micro-risvegli per riprendere a respirare, frammentando il riposo notturno e impedendo un sonno rigenerante.

Il legame tra obesità e apnee notturne

L’obesità rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo delle apnee ostruttive del sonno. Il meccanismo è diretto e misurabile: all’aumentare dell’indice di massa corporea aumenta proporzionalmente la probabilità di sviluppare disturbi respiratori notturni.

Nelle persone con BMI tra 30 e 35 (obesità moderata), la prevalenza delle apnee notturne si aggira intorno al 40-50%. Quando il BMI supera 40 (obesità grave), la percentuale sale drammaticamente fino al 90%. Non si tratta di una coincidenza statistica, ma di una relazione causale documentata da decenni di ricerca scientifica.

Gli uomini presentano un rischio da due a tre volte superiore rispetto alle donne, principalmente a causa della diversa distribuzione del tessuto adiposo. Negli uomini il grasso si concentra maggiormente intorno al collo, al tronco e ai visceri addominali, aree che influenzano direttamente la pervietà delle vie aeree. Nelle donne il rischio aumenta significativamente dopo la menopausa, quando la distribuzione del grasso corporeo cambia diventando più simile a quella maschile.

Due parametri antropometrici predicono con particolare accuratezza il rischio di apnee notturne: la circonferenza del collo e quella addominale. Per gli uomini, una circonferenza del collo superiore a 43 centimetri rappresenta un campanello d’allarme importante. Nelle donne, il limite si abbassa a 38 centimetri. L’obesità addominale (girovita largo) contribuisce ulteriormente: l’eccesso di adipe comprime la parete toracica, riduce il volume polmonare e ostacola la meccanica respiratoria anche durante la veglia.

Il circolo vizioso: le apnee peggiorano l’obesità

La relazione tra apnee notturne e obesità non è unidirezionale. Se da un lato l’eccesso di peso causa le apnee, dall’altro le apnee peggiorano l’obesità, creando un circolo vizioso sempre più difficile da spezzare senza un intervento radicale.

Un sonno frammentato e di scarsa qualità altera profondamente il metabolismo. Durante la notte, quando l’organismo dovrebbe riposare e riequilibrare i propri sistemi, le continue interruzioni del respiro scatenano una cascata di effetti negativi:

Alterazione ormonale della fame: La leptina, ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello la sensazione di sazietà, viene prodotta in quantità insufficiente quando il sonno è disturbato. Contemporaneamente aumenta la grelina, ormone che stimola l’appetito. Questa combinazione porta a consumare maggiori quantità di cibo, con preferenza per alimenti calorici e ricchi di zuccheri.

Riduzione del dispendio energetico: La sonnolenza diurna causata dalle apnee notturne, presente in oltre l’80% dei pazienti, riduce drasticamente l’attività fisica. Il paziente è costantemente stanco, manca della motivazione necessaria per l’esercizio e tende alla sedentarietà, riducendo il consumo calorico giornaliero.

Alterazioni metaboliche: I pazienti con apnee notturne presentano livelli elevati di trigliceridi, rapporto alterato tra colesterolo HDL e LDL, resistenza insulinica e maggiore rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Questi disturbi metabolici rendono ancora più difficile la perdita di peso con metodi conservativi.

Come la chirurgia bariatrica risolve le apnee

La chirurgia bariatrica rappresenta la soluzione più efficace e duratura per le apnee notturne nei pazienti con obesità grave. I dati scientifici accumulati negli ultimi vent’anni sono inequivocabili: perdere peso attraverso l’intervento chirurgico non solo migliora le apnee, ma le elimina completamente nella stragrande maggioranza dei casi.

Gli studi controllati dimostrano che una riduzione del peso corporeo del 10-15% porta a una riduzione di circa il 50% dell’indice AHI (Apnea-Hypopnea Index), il parametro che misura la gravità delle apnee. La chirurgia bariatrica induce una perdita di peso molto superiore: nei primi 12-18 mesi i pazienti perdono mediamente il 60-70% del peso corporeo in eccesso.

Questa massiccia riduzione ponderale si traduce in benefici respiratori drammatici. L’85% dei pazienti sperimenta una risoluzione completa delle apnee notturne. Il 98% può abbandonare la CPAP entro il primo anno dall’intervento. Anche nei casi in cui le apnee non scompaiono completamente, la loro gravità si riduce talmente tanto da non richiedere più supporto ventilatorio.

Il meccanismo è semplice: perdendo peso, si riduce il grasso accumulato nel collo e nella gola. Le vie aeree tornano ad avere un diametro adeguato, i tessuti molli non collassano più durante il sonno, l’ostruzione scompare. Ricerche recenti con risonanza magnetica hanno dimostrato che la riduzione del volume di grasso della lingua rappresenta il collegamento principale tra perdita di peso e miglioramento delle apnee, anche più della riduzione del grasso nel collo.

La CPAP: una soluzione temporanea, non definitiva

La CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) è il trattamento standard per le apnee ostruttive del sonno. Si tratta di una maschera applicata su naso e bocca che, collegata a un ventilatore, eroga aria sotto pressione continua durante la notte. Questa pressione positiva mantiene forzatamente aperte le vie aeree, impedendo il collasso e garantendo una respirazione regolare.

La CPAP è efficace: quando utilizzata correttamente, elimina virtualmente le apnee e permette un sonno di qualità. Il problema è che richiede un utilizzo quotidiano per tutta la vita. Il paziente deve indossare ogni notte una maschera sul viso, collegata tramite un tubo a un dispositivo che emette aria pressurizzata. Per molte persone questo risulta intollerabile.

Le statistiche sull’aderenza alla CPAP sono scoraggianti: meno del 50% dei pazienti la utilizza regolarmente e correttamente dopo il primo anno. Alcuni la abbandonano entro pochi mesi, altri la usano solo sporadicamente. I motivi sono molteplici: fastidio della maschera, difficoltà ad addormentarsi con il dispositivo, sensazione di claustrofobia, rumore del ventilatore, secchezza delle mucose, difficoltà nei viaggi.

Dal punto di vista economico, la CPAP comporta costi ricorrenti. Il dispositivo iniziale costa 800-1500 euro, i ricambi (maschere, filtri, tubi) richiedono una spesa annuale di 300-500 euro. Su 10-20 anni, il costo totale diventa considerevole. E soprattutto, la CPAP non cura la causa del problema: sospendendola, le apnee ritornano immediatamente.

Quando considerare la chirurgia bariatrica

La chirurgia bariatrica dovrebbe essere considerata prioritariamente quando sono presenti contemporaneamente obesità grave e apnee notturne documentate. In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’accesso gratuito all’intervento per pazienti con:

  • BMI superiore a 35 con presenza di comorbidità (le apnee notturne sono considerate una comorbidità importante)
  • BMI superiore a 40 anche in assenza di comorbidità
  • Età tra 18 e 65 anni
  • Fallimento documentato di tentativi conservativi di perdita peso

Le apnee notturne severe rappresentano spesso un’indicazione urgente alla chirurgia bariatrica, data l’elevata pericolosità della condizione. Ogni notte il paziente sperimenta centinaia di episodi di ipossia (riduzione dell’ossigeno nel sangue), ciascuno dei quali aumenta il rischio di aritmie cardiache, infarto miocardico, ictus cerebrale e morte improvvisa durante il sonno.

Prima dell’intervento, il paziente viene sottoposto a valutazione multidisciplinare che include polisonnografia per quantificare la gravità delle apnee, consulenza pneumologica per ottimizzare la terapia CPAP pre-operatoria, screening cardiologico per valutare i rischi cardiovascolari e consulenza anestesiologica specializzata. Le équipe esperte in chirurgia bariatrica hanno protocolli specifici per gestire in sicurezza i pazienti con apnee, spesso mantenendo la CPAP anche nel periodo post-operatorio immediato.

Timeline di miglioramento dopo l’intervento

Il processo di risoluzione delle apnee dopo chirurgia bariatrica è graduale e segue la perdita di peso. Non si deve mai interrompere autonomamente la CPAP, ma solo su indicazione del pneumologo dopo verifiche strumentali che documentino il miglioramento.

Prime 2-4 settimane: Il paziente continua a utilizzare la CPAP regolarmente. Il peso inizia a diminuire rapidamente (5-10 kg), ma le vie aeree necessitano ancora di supporto ventilatorio notturno.

1-3 mesi: Con la progressiva perdita di peso (15-25 kg), molti pazienti iniziano a percepire un miglioramento soggettivo della respirazione notturna. Il pneumologo può prescrivere una polisonnografia di controllo per verificare se la gravità delle apnee si è ridotta. In alcuni casi si può iniziare a ridurre gradualmente le ore di utilizzo della CPAP o abbassare la pressione del ventilatore.

3-6 mesi: La maggior parte dei pazienti raggiunge una perdita di peso del 30-40% dell’eccesso ponderale. A questo punto, per molti, le apnee sono già risolte o significativamente migliorate. Una nuova polisonnografia conferma l’entità del miglioramento e, se l’indice AHI è sceso sotto i 5 eventi per ora (valore normale), il pneumologo autorizza l’interruzione della CPAP.

12 mesi: Il 98% dei pazienti ha abbandonato definitivamente la CPAP. L’85% non presenta più apnee notturne diagnosticabili. Il restante 15% mostra comunque un miglioramento marcato, con riduzione della gravità da severa a lieve.

FAQ: domande frequenti

Quanto tempo dopo l’intervento posso smettere di usare la CPAP?

Non esiste una risposta univoca valida per tutti. La timeline varia da paziente a paziente in base a quanto peso si perde e a quanto rapidamente. La maggior parte può ridurre o eliminare la CPAP entro 3-6 mesi dall’intervento, ma solo dopo verifica strumentale con polisonnografia di controllo. Non interrompere mai autonomamente l’uso della CPAP senza consulto pneumologico: le apnee non trattate comportano rischi cardiovascolari gravi.

La chirurgia bariatrica funziona anche per apnee molto severe?

Sì, anzi le apnee severe rappresentano spesso un’indicazione prioritaria all’intervento data l’elevata pericolosità della condizione. Pazienti con indice AHI superiore a 30 (apnee severe) ottengono gli stessi benefici percentuali di quelli con forme più lievi. La risoluzione completa è meno frequente nei casi più gravi, ma anche solo ridurre la severità da grave a moderata o lieve comporta benefici importanti sulla salute e sulla qualità di vita.

Cosa succede se riprendo peso dopo l’intervento?

Il recupero ponderale dopo chirurgia bariatrica può far ricomparire le apnee notturne, anche se raramente ai livelli pre-operatori. La maggior parte dei pazienti mantiene una perdita di peso significativa a lungo termine (60-70% dell’eccesso ponderale a 10 anni). Per prevenire il recupero di peso è fondamentale aderire scrupolosamente alle indicazioni nutrizionali e mantenere attività fisica regolare. Il follow-up con l’équipe bariatrica aiuta a identificare precocemente eventuali problemi e correggerli prima che si traducano in recupero ponderale significativo.

Le apnee possono risolversi completamente anche senza chirurgia?

Teoricamente sì, se si riesce a perdere peso sufficiente con dieta ed esercizio fisico. Il problema è che i pazienti con obesità grave raramente riescono a ottenere e mantenere una perdita di peso adeguata con metodi conservativi. Gli studi dimostrano che solo il 5-10% riesce a perdere più del 10% del peso corporeo e mantenerlo oltre i 5 anni. La chirurgia bariatrica rappresenta l’unica soluzione che garantisce una perdita di peso massiccia e duratura nella stragrande maggioranza dei casi.

Esistono alternative alla chirurgia per eliminare la CPAP?

Per i pazienti obesi con apnee notturne, la chirurgia bariatrica rappresenta la soluzione più efficace. Altre opzioni chirurgiche (chirurgia maxillo-facciale, avanzamento mandibolare, interventi sul palato molle) possono funzionare in pazienti non obesi con apnee causate da anomalie anatomiche specifiche, ma nei pazienti obesi danno risultati inferiori. I dispositivi di avanzamento mandibolare (bite odontoiatrici) funzionano solo per apnee lievi-moderate e comunque devono essere portati ogni notte per tutta la vita, come la CPAP.

Conclusioni

Le apnee notturne nei pazienti obesi non sono un semplice disturbo del sonno, ma una condizione potenzialmente letale che aumenta drasticamente il rischio di infarto, ictus e morte improvvisa. La chirurgia bariatrica rappresenta la soluzione più efficace per risolvere definitivamente il problema, permettendo alla stragrande maggioranza dei pazienti di abbandonare la CPAP e tornare a respirare e dormire naturalmente.

Il Dr. Giuseppe Iovino è chirurgo bariatrico con esperienza pluriennale nel trattamento dell’obesità e delle sue comorbidità. Opera a Napoli, dove coordina un’équipe multidisciplinare che include pneumologi, cardiologi, dietisti e psicologi specializzati. L’approccio integrato del Dr. Iovino prevede una valutazione pre-operatoria completa che include sempre polisonnografia per i pazienti con sospetto di apnee notturne, garantendo la massima sicurezza durante l’intervento e nel periodo post-operatorio. Il follow-up include controlli periodici con il pneumologo per monitorare il miglioramento delle apnee e guidare la graduale dismissione della CPAP quando appropriato. Per una valutazione specialistica o per informazioni sul percorso bariatrico, è possibile richiedere una consulenza anche in telemedicina.


Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente informativo e non sostituiscono il consulto medico specialistico. Per una valutazione personalizzata del tuo caso, consulta sempre un professionista qualificato.

Per maggiori informazioni:

Il dott Giuseppe Iovino

Il dott. Michele Giuseppe Iovino si occupa della diagnosi e della terapia chirurgica dell'Obesità patologica. Già Dirigente Chirurgo dell’Ospedale Cardarelli è il responsabile di Chirurgia Bariatrica e Cura dell’Obesità del gruppo Nefrocenter® e tutor per la formazione degli specializzandi in Chirurgia Generale dell’Università Federico II di Napoli. Ha fondato il Centro vesuviano per la diagnosi e cura dell’obesità e delle malattie oncologiche e funzionali dell’apparato digerente. BIO COMPLETA