Ernia Addominale e Laparocele

Si parla di ernia quando un organo interno o altre parti del corpo fuoriescono dalla parete muscolare o tessutale che le contengono. Alcune possono svilupparsi all’interno dell’organismo . Altre, invece, sono considerate esterne perché il viscere in questione, una volta fuoriuscito, appare sotto forma di protuberanza visibile da fuori.

È il caso dell’ernia addominale, che come intuibile dal nome stesso compare nella zona dell’addome. Più precisamente, questo articolo ha per interesse il laparocele che è una forma di ernia piuttosto particolare. Questo, infatti, insorge a livello delle cicatrici che sono il risultato di operazioni chirurgiche addominali svolte a cielo aperto (e molto più raramente in laparoscopia).

Cos’è e come si forma il laparocele?

Il nome “laparocele” richiama la parola laparotomia, che è quella tecnica chirurgica per la quale si effettuano delle grandi incisioni sull’addome. Lo scopo è quello di poter accedere all’addome stesso e poter operare “a cielo aperto”. Inevitabilmente, da queste incisioni nasceranno delle cicatrici.

Tra le possibili complicanze degli interventi svolti in laparotomia vi è proprio la possibilità che le ferite non si rimarginino correttamente e che oltre ad eventuali infezioni, questo possa causare anche altre problematiche. Ebbene, il laparocele è proprio una di queste complicanze e si stima che possa verificarsi circa nel 12-15% dei casi.

La causa della sua formazione dipende, quindi, dall’errato processo di chiusura dell’incisione addominale, o del suo fallimento cosa che può accadere anche quando l’incisione sia stata chiusa perfettamente dal chirurgo. In questo modo, la parete muscolare addominale viene privata di un importante supporto e la sua azione di contenimento si indebolisce, così da permettere ai visceri contenuti al suo interno di fuoriuscire.

In altre parole, il laparocele è un tipo particolare di ernia considerata una “complicanza” post-chirurgica negli interventi che hanno per oggetto l’addome. Per di più, è considerata una “complicanza” a lungo termine poiché potrebbe insorgere dopo svariati mesi o addirittura anni.

Quanto ai sintomi, il primo segno visibile per poterla riconoscere è chiaramente la protrusione che si crea a livello delle cicatrici chirurgiche addominali. Al tatto è morbida e, in caso di sforzi fisici, tende a diventare più grossa. Inoltre, questo rigonfiamento potrebbe determinare la comparsa di ulteriori sintomi che comprendono: vomito, senso di nausea, vero dolore addominale e un moderato malessere, sempre a livello addominale.

Laparocele: Fattori di rischio e complicanze

Il laparocele compare in seguito a delle operazioni chirurgiche addominali e non è detto che succeda sempre. Tuttavia, esistono delle condizioni che aumentano le probabilità della sua formazione, tra cui:

  • Presenza di tosse cronica, costipazione, cistite o ostruzione urinaria. Queste situazioni fanno sì che aumenti la pressione intraddominale favorendo, di conseguenza, la fuoriuscita dei visceri addominali;
  • Uso, nel presente o nel passato, di farmaci antinfiammatori steroidei;
  • Infezione della ferita addominale che è una possibile sede del laparocele;
  • Il fatto di aver subito più interventi addominali in laparotomia;
  • Condizioni di obesità o di sovrappeso;
  • Età avanzata.

Inoltre, sebbene qualsiasi tipo di incisione laparotomica possa provocare la formazione del laparocele, è anche dimostrato che si forma più spesso a seguito delle incisioni longitudinali. Più precisamente, in quelle che vanno dal processo xifoideo dello sterno fino all’area pubica
.

I casi più lievi di laparocele, che per fortuna
sono la maggioranza, sono caratterizzati da una protrusione avvolta da uno strato di pelle. Questo significa che il viscere è fuori uscito dal tessuto muscolare e non quello cutaneo. Nei casi più gravi, invece, può sfaldarsi anche la parete cutanea oltre a quella muscolare. Di conseguenza, l’ernia non sarà avvolta da alcuno strato di pelle.

Infine, esistono due condizioni in cui il laparocele può diventare un pericolo di vita:

  1. Quando il viscere che fuoriesce dalla propria sede addominale è una porzione dell’intestino e, in più, subisce una strozzatura che causa un’occlusione intestinale. Questa condizione non permette al contenuto dell’intestino di passare normalmente e provoca, di conseguenza, gravi problematiche;
  2. Quando il viscere fuoriuscito (erniato) subisce una strozzatura non riesce, inoltre, più a ricevere l’apporto di sangue necessario. In questo modo le cellule di quella porzione di viscere muoiono poiché non ricevono più nutrimento e ossigeno.

Entrambi i casi sono piuttosto gravi. Il secondo, però, rappresenta un’emergenza medica che va trattato con estrema urgenza e tempestività.

Come si tratta il laparocele?

Lo scopo del trattamento del laparocele è quello di chiudere il punto della parete addominale che ha permesso la fuoriuscita del viscere e che ha causato l’origine all’ernia. Per farlo, esistono
due modalità
di intervento: attraverso l’applicazione di una
rete dopo aver ricollocato in addome il viscere erniato per via laparoscopica e la stessa, ma per via laparotomica.

Applicazione di una rete

Il primo passo è quello di ricollocare la porzione del viscere o il viscere fuoriuscito nella sua sede di origine. Successivamente, si procede con il posizionamenro della suddetta rete.

La reta è composta di un materiale biocompatibile ed ha lo scopo di rinforzare la parete muscolare dell’addome. In tutti i sensi, serve per “rattoppare” il punto di apertura ed evitare che il viscere possa fuoriuscire nuovamente da lì.

È un’operazione molto sicura ed affidabile. Inoltre, garantisce dei risultati molto efficaci.

Operazione laparotomica

Questa modalità di intervento è la stessa che si accennava all’inizio. Anche in questo caso, chiaramente, lo scopo è ricollocare l’ernia nella sua sede originale e ricucire la zona che ha subito la spaccatura. Tuttavia, per farlo, è prevista una incisione sull’addome così che il chirurgo possa operare a cielo aperto.

Rappresenta una modalità maggiormenteinvasiva e negli ultimi anni viene riservata ai laparoceli di maggiori dimensioni o che siano insorti in sede sovrapubica. . Tra i principali svantaggi vi è una degenza ospedaliera più lunga e quello di dover sopportare undolore post-operatorio più intenso.

Operazione laparoscopica

Quest’ultima tecnica è quella più utilizzata oggi nei pazienti obesi e per laparoceli di dimensioni medio- piccole perché, a contrario della precedente, è considerata poco invasiva ma ugualmente efficace. Lo scopo dell’intervento è sempre lo stesso, però, il chirurgo opera in modo differente.

Procede attraverso delle piccole incisioni nell’addome, lunghe pochi centimetri. Da queste, passeranno delle apposite cannule che permetteranno a loro volta il passaggio degli strumenti chirurgici necessari all’intervento. Il campo operatorio sarà visibile attraverso uno schermo, grazie all’uso del laparoscopio, una piccola videocamera che viene inserita nell’addome.

Questa modalità di intervento consente al paziente un recupero post-operatorio più rapido..

Il dott. Michele Giuseppe Iovino si occupa della diagnosi e della terapia chirurgica dell’Obesità patologica. Già Dirigente Chirurgo dell’Ospedale Cardarelli, ha fondato il Centro vesuviano per la diagnosi e cura dell’obesità delle malattie oncologiche e funzionali dell’apparato digerente.

Domande?

Se hai dubbi o domande da fare riguardo questo intervento, puoi contattare privatamente il team del dott. Iovino.

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