Appendicectomia

L’appendicectomia è un intervento chirurgico che serve a rimuovere l’appendice malata. Questa, lunga dai 5 ai 10 centimetri, prende origine dalla parte iniziale del tratto di intestino denominato colon (in particolare, dalla parte chiamata cieco) ed è ricca di tessuto linfatico. L’infiammazione dell’appendice è spesso conseguente all’ostruzione della sua cavità interna (il cosiddetto lume), questo causa dolore e in assenza di un rapido intervento medico può determinare temibili complicanze come la peritonite.

La cura è quasi sempre la rimozione chirurgica, non esiste, infatti, un trattamento farmacologico in grado di curare l’appendicite in modo definitivo.

Vediamo, quindi, quali sono i casi in cui è necessario affrontare un’appendicectomia, quali sono le cause e come si svolge l’operazione.

Che cos’è l’appendicite?

L’appendicite è un’infiammazione improvvisa e rapida (acuta) dell’appendice, un sottile organo a forma di sacchetto allungato che si trova nella parte destra della pancia, in basso.
L’ La causa di questa patologia è, come detto, da ricercare nell’ostruzione della cavità interna dell’appendice che può essere causa da:

  1. Ipertrofia dei follicoli linfatici appendicolari che, soprattutto nei casi di infezioni locali o sistemiche, assumono la tendenza di aumentare sia di numero che di volume;
  2. coproliti, ovvero piccoli pezzi di feci indurite e calcificate simili a piccoli sassi.-

L’appendicite acuta è un’emergenza medica. In assenza di un trattamento tempestivo, infatti, l’appendice può perforarsi e diffondere pus e feci all’interno dell’addome provocando un ascesso o la temibile peritonite, vale a dire la diffusione dell’infezione alla membrana che riveste la cavità e gli organi addominali.

Come si può riconoscere?

I sintomi provocati dall’appendice possono essere diversi ma il più comune è il dolore addominale (maggiormente nella zona destra dell’addome) che può intensificarsi in poche ore o talvolta in modo graduale.

Altri sintomi frequenti sono:
nausea e vomito;
dolore alla gamba destra;
perdita di appetito;
febbre lieve (fino ai 38 gradi) nelle forme iniziali e senza peritonite (in quest’ultimo caso la febbre supera i 38 gradi);
malessere generale;
stitichezza o diarrea;
impossibilità di espellere i gas intestinali;
gonfiore addominale.

Intervento di appendicectomia: Come si esegue?

L’intervento prevede l’anestesia generale e può essere eseguito per via laparotomica o per via laparoscopica.
L’approccio laparotomico, tradizionale, prevede un’incisione di circa 5-10 cm in prossimità dell’appendice. L’approccio laparoscopico prevede, invece, tre piccole incisioni di un diametro che varia da 3 millimetri ad 1 cm, che consentono il passaggio di una piccola videocamera, il laparoscopio, e degli altri strumenti chirurgici necessari all’esportazione dell’appendice.

Le due modalità di intervento garantiscono lo stesso identico risultato, con la differenza che l’appendicectomia laparoscopica consente al paziente di ottenere una guarigione più rapida. Tuttavia, nei casi in cui sia presente un’infezione troppo estesa, il chirurgo potrebbe decidere di passare dalla via laparoscopica a quella laparotomica.

Solitamente prima dell’intervento sarà somministrata un terapia antibiotica.

Ci sono rischi?

I rischi direttamente legati a questo intervento chirurgico sono veramente pochi quando non c’è una situazione infiammatoria o infettiva avanzata e che può aver coinvolto anche il peritoneo.

Esistono poi complicazioni impreviste, seppur rare, durante l’intervento come: emorragie, infezioni, o danni ad altri organi. Infine, esistono rischi legati al tipo di anestesia somministrata.

Come si svolgono il post-intervento e la convalescenza?

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, in realtà il processo di guarigione per questo intervento è piuttosto veloce soprattutto se eseguito con tecnica laparoscopica. Subito dopo l’operazione, il paziente può accusare dolore addominale nell’area della ferita, stanchezza, e più raramente nausea e vomito. Si tratta di disturbi transitori e di facile gestione con i farmaci oggi disponibili.

I pazienti sottoposti all’intervento di appendicectomia possono essere dimessi dopo 2-4 giorni. La degenza sarà più lunga in caso di quadri di infezione estesa o di peritonite.

Particolare attenzione, invece, si dovrà prestare all’alimentazione: il paziente potrà, in molti casi, tornare a mangiare già dal giorno successivo all’intervento ma soltanto alimenti leggeri. Dovrà, poi anche quando tornato a casa, rispettare almeno per venti giorni una dieta priva di insaccati, formaggi troppo grassi, crostacei, cibi speziati, fritti (che sono assolutamente vietati), alcolici e dolci. Si consigliano, invece, i seguenti alimenti:

  • Brodo vegetale
  • Pasta piccola
  • Carne bianca (meglio addirittura se cotta al vapore o alla griglia)
  • Pesce (purché sia povero di grassi)
  • Mela, Pera (meglio se cotta)

In ogni caso, come per tutti gli interventi chirurgici, il medico fornirà delle precise istruzioni che aiuteranno il paziente ad affrontare la convalescenza post-appendicectomia nel modo più rapido e completo possibile.

Il dott. Michele Giuseppe Iovino si occupa della diagnosi e della terapia chirurgica dell’Obesità patologica. Già Dirigente Chirurgo dell’Ospedale Cardarelli, ha fondato il Centro vesuviano per la diagnosi e cura dell’obesità delle malattie oncologiche e funzionali dell’apparato digerente.

Domande?

Se hai dubbi o domande da fare riguardo questo intervento, puoi contattare privatamente il team del dott. Iovino.

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