L’anoressia atletica è un disturbo del comportamento alimentare che colpisce principalmente gli atleti che competono in sport che richiedono una corporatura esile o una riduzione della massa corporea. Si tratta di un comportamento alimentare anomalo che può portare a seri problemi di salute fisica e mentale, oltre a influenzare negativamente la performance sportiva. 

Ecco più nello specifico in cosa consiste e come intervenire.

Cos’è l’anoressia atletica?

L’anoressia atletica non è una diagnosi clinica ufficiale, ma un termine usato per descrivere una condizione simile all’anoressia nervosa, ma con alcune differenze specifiche. Infatti, mentre l’anoressia nervosa è caratterizzata da una paura ossessiva di ingrassare e da una distorsione dell’immagine corporea, l’anoressia atletica avviene per migliorare la prestazione sportiva e per raggiungere i requisiti fisici ottimali nel proprio specifico sport.

Spesso gli atleti affetti da questo disturbo seguono regimi alimentari restrittivi, si sottopongono ad allenamenti intensi e prolungati, usano integratori o farmaci per perdere peso o massa grassa, si pesano frequentemente e si confrontano con altri atleti. Inoltre, possono presentare sintomi fisici come amenorrea (assenza di mestruazioni), osteoporosi, ipotermia, debolezza muscolare, disidratazione, malnutrizione e alterazioni ormonali.

Quali sono le cause dell’anoressia atletica?

Le cause sono multifattoriali e dipendono da vari aspetti individuali, ambientali e sociali. Tra i fattori di rischio più comuni ci sono:

  • pressione sociale e culturale per avere un corpo magro e attraente;
  • pressione sportiva e la competizione per ottenere risultati migliori;
  • personalità perfezionista, ansiosa, competitiva e insicura;
  • bassa autostima e l’insoddisfazione corporea;
  • storia personale o familiare di disturbi alimentari o psicologici;
  • stress emotivo o traumatico.

In particolare, alcuni sport sono più a rischio di altri di favorire lo sviluppo dell’anoressia atletica. Si tratta di sport quali la ginnastica artistica e ritmica, pattinaggio artistico, danza, nuoto sincronizzato, discipline di lunga durata (maratona, triathlon, ciclismo), sport estetici (bodybuilding, fitness) e di combattimento (boxe, judo, wrestling).

Come si riconosce l’anoressia atletica?

L’anoressia atletica può essere difficile da riconoscere perché spesso gli atleti tendono a nascondere o minimizzare il loro problema. Inoltre, poiché la maggior parte delle atlete sono in buona forma fisica e hanno una dieta equilibrata, può essere difficile distinguere tra un comportamento alimentare sano e uno patologico.

Tuttavia, ci sono alcuni segnali di allarme che possono indicare la presenza di un disturbo alimentare in un atleta:

  • perdita di peso eccessiva o rapida;
  • preoccupazione eccessiva per il cibo, il peso e le calorie;
  • ossessione per l’allenamento e la prestazione sportiva;
  • riduzione o un’assenza di mestruazioni;
  • tendenza all’isolamento sociale e al ritiro dalle attività piacevoli;
  • negazione o una minimizzazione del problema;
  • resistenza a seguire i consigli medici o nutrizionali.

Se si notano questi sintomi, è importante intervenire il prima possibile per prevenire conseguenze gravi sulla sua salute e sul suo benessere.

Come si cura l’anoressia atletica?

Il trattamento dell’anoressia atletica richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga diversi professionisti, come medici, psicologi, nutrizionisti, allenatori e familiari. L’obiettivo è quello di aiutare l’atleta a recuperare il peso corporeo adeguato, a correggere le eventuali complicanze fisiche, a modificare le credenze e i comportamenti disfunzionali legati al cibo e allo sport, a migliorare l’autostima e l’immagine corporea, a gestire lo stress e le emozioni negative, a ripristinare un rapporto sano con lo sport e con se stesso.

A seconda della gravità del caso, il trattamento può essere ambulatoriale, residenziale o ospedaliero. In alcuni casi, può essere necessario sospendere temporaneamente l’attività sportiva per consentire una migliore guarigione. In altri casi, invece, si può continuare a praticare lo sport in modo moderato e supervisionato.

In ogni caso, è fondamentale che l’atleta sia motivato a cambiare e a collaborare con il suo team terapeutico. Inoltre, è importante che coloro che lavorano nel mondo dello sport (allenatori, giudici, dirigenti) siano consapevoli del problema dell’anoressia atletica e siano in grado di prevenirlo, riconoscerlo e affrontarlo in modo adeguato.

In conclusione

L’anoressia atletica può essere difficile da riconoscere perché spesso gli atleti tendono a nascondere o minimizzare il loro problema. Tuttavia, ci sono alcuni segnali di allarme che possono indicare la presenza di un disturbo alimentare in un atleta, come una perdita di peso eccessiva o rapida, una preoccupazione eccessiva per il cibo, il peso e le calorie, un’ossessione per l’allenamento e la prestazione sportiva, una riduzione o un’assenza di mestruazioni, una tendenza all’isolamento sociale e al ritiro dalle attività piacevoli, una negazione o una minimizzazione del problema, una resistenza a seguire i consigli medici o nutrizionali.

Il trattamento dell’anoressia atletica richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga diversi professionisti, come medici, psicologi, nutrizionisti, allenatori e familiari. L’obiettivo è quello di aiutare l’atleta a recuperare il peso corporeo adeguato, a correggere le eventuali complicanze fisiche, a modificare le credenze e i comportamenti disfunzionali legati al cibo e allo sport, a migliorare l’autostima e l’immagine corporea, a gestire lo stress e le emozioni negative, a ripristinare un rapporto sano con lo sport e con se stesso.

Se sospetti che un tuo caro soffra di questo disturbo o forse tu stesso lo stai affrontando, non esitare a contattarci per ricevere supporto e consigli adeguati al tuo caso specifico.